lunedì 27 giugno 2016

Un lusso che non ci possiamo proprio permettere, litigare tra crionisti

A volte mi capita di incontrare dei sinceri sostenitori della criopreservazione.
Sono più di quanti sperassi. Sono ovunque ma con piacere, visto che vivo nel lazio, noto che in questa zona vi è uno spiccato interesse.
Il mondo dei crionisti è sano e vario. Tra costoro ci siamo noi, io e mio marito, che entriamo per ultimi ma a pieno titolo da utenti del servizio in quanto un nostro congiunto è già ibernato o meglio Criopreservato. Poi ci sono coloro che vi studiano da tempo, perché hanno coscienza che la morte è un processo che, come scrive il nostro amico Fabrizio Lucente, non è più irreversibile, e quindi si impegnano per se stessi e per gli altri a revertirlo (lo so in italiano non esiste, esiste un aggettivo "reversibile" derivato da tale verbo di origine latina, ma il verbo è molto chiaro e ci piace utilizzarlo ). Questi sono i matematici in senso Pitagorico della crionica, i veri e propri crionici, persone che da addetti ai lavori, o coinvolti, o interessati ed esperti vi operano. Poi vi è la grande indispensabile famiglia dei veri e propri crionisti, gli acusmatici in senso Pitagorico, i seguaci, i lettori, gli appassionati, i curiosi, i non addetti ai lavori, o non molto addetti ai lavori, che con il loro entusiasmo e convinzione sostengono il lavoro crionico. Ed infine ed indispensabili tanto come gli altri, anzi operativamente sono l'elemento fondamentale, coloro che legittimamente vedono in questo mondo un business, un affare, un mercato, dove investire e fare impresa.
Noi non ci vediamo nulla di male se qualcuno ha intenzione di ricavare dei profitti dalla crionica. Lo sappiamo bene, la criopreservazione non è affatto gratuita, anzi. Si va dai 200.000 dollari di Alcor ai 40.000 circa di Kriorus. Sono belle cifre, in parte a coprire i costi dei materiali, in parte a coprire gli stipendi degli operatori, in parte mero profitto. Come in ogni altra attività umana che si rispetti.
Quello che però noi crionisti dobbiamo assolutamente evitare, e questo dovrebbe valere per ogni altro settore a partire da quelli "critici" che si occupano direttamente della preservazione della vita umana ed animale (medici, veterinari, sanitari in genere, longevisti, crionici), è di assumere un atteggiamento di eccessiva competizione, che rischia di essere concorrenza sleale, o di assumere una posizione ostile verso altri crionisti o crionici.
Fermo restando che preservare la vita è compito delicatissimo e va svolto con la massima attenzione, ma il messaggio di tutti gli scienziati crionici, come ad esempio Valeria Udalova CEO di KrioRus è semplice e chiaro "il nostro obiettivo è riportare il maggior numero di persone possibili, magari tutte, a vivere, non appena ciò sarà possibile".

Per conseguire questo meraviglioso obiettivo, è evidente che più siamo meglio è. Meno vincoli alla criopreservazione si hanno e meglio è. Quindi non solo criopreservazione di soggetti perfusi in ottemperanza al protocollo, con ic (indice di criopreservabilità) pari a 100, ma dare accesso alla criopreservazione a tutti quelli che hanno un ic superiore allo zero!

Assumere un atteggiamento ostile ad altri soggetti interessati, magari immaginando restrizioni di accesso ai criopreservandi, volendo solo ic a 100, ed ai criopreservatori, temendo magari chissà quale rischio di concorrenza, non solo è settario ed anche un poco antipatico, ma è inutile ed anzi dannoso alla causa unica e finale su detta.

Per darvi un idea del non senso della paura della concorrenza, basta dare due dati sulle dimensioni del "mercato". Ce le fornisce la dott.ssa Udalova stessa.

Ogni giorno sulla terra muoiono 300.000 persone.
Si tratta di una cifra impressionante, per avere un idea pensate che ogni giorno sparisce dalla mappa una provincia come quella di Viterbo.
In 10 giorni fanno 3 milioni di persone. Sparisce una città come Roma.
In 200 giorni fanno 60 milioni, tutta la popolazione italiana cancellata.
Ad oggi le persone decedute dalla comparsa dell'uomo sulla terra si aggirano intorno ai 100 miliardi. Vuol dire oltre 10 volte la attuale popolazione vivente.
In un giorno muoiono tante persone quante ne conterrebbero 1000 società di Criopreservazione grandi come la Alcor, la Crionic Institute, la Kriorus messe assieme.

Questo vi fa capire come sia assolutamente fuori luogo temere concorrenza.

Il nostro obiettivo non deve essere né avere una società di Criopreservazione in più al mondo, né una per continente, né una per nazione. Ma una società di Criopreservazione o centro di Criopreservazione per ogni comune e villaggio.
Così come oggi esistono i cimiteri, dove i cadaveri si decompongono rosi dai vermi, un domani speriamo prima possibile sorgeranno le Ibernopoli o Criopoli, dove tutti o il maggior numero possibile di individui riposano preservati in attesa del risveglio.

Gloria Canfora

4 commenti:

  1. / riporto anche qui, da fb

    è vero, l'obbiettivo ottimale perché l'iniziativa abbia davvero senso, è proprio quello che esponi nelle ultime righe! Invece, pur esistendo da decenni, tende sempre più a incancrenirsi in una pratica iper-etlitaria, giustamente da ciò poi biasimata come solo egoista ed eccentrica. Accanto alle basi tecniche, la creazione di un parallelo spirito di Solidarietà è fondamentale, sia in prospettiva (''..ma tanto a chi mai importerà di occuparsi degli innumerevoli preservati, da qui a decenni o più?''- è una delle obiezioni che ascolto più di frequiente, e non è facile rispondere), sia negli interventi immediati.... e vediamo (con la vostra esperienza) quanto questa sia rara :(
    -Poi, per un verso la ''concorrenza'' renderebbe i prezzi accessibili a tutti (dovrebbero arrivare a quelli dei servizi funebri correnti, almeno) anche perche un'economia di scala abbatterebbe i prezzi delle strutture e dei materiali (azoto liquido costa ''molto'' se se ne compra poco, e andrebbe anche approvvigionato di continuo, MA il costo è inversamente proporzionale alla quantità acquistata). Sembra che ci sia invece una scelta di fondo volutamente elitaria , da parte dei più.

    -Quanto poi allo ic 100, penso che NESSUNO lo abbia, è come quando in Fisica si parla di ''gas perfetti'', ''induttore ideale'' ecc... Il rischio però, è che si *rinunci* alle Ricerche specifiche per riparare danni da ghiaccio ecc, contando che tanto '''solo i Pochi Eletti'' varrà la pena di trattare... -_-
    Purtroppo un crionista di spicco come M.Darwin (nickname attribuitogli per il suo 'darwinismo'' precoce e fanatico, e temo nell'accezione peggiore del termine) sposa questa tesi... ma spero che la Scienza smentisca lui, come ha pesantemente smentito in quasi tutto il suo celebre omonimo, ancorché rimasto curiosamente divinizzato per default: ma non sarebbe la prima volta che accade!

    -Questo è il punto : il ''darwinismo'', che presuppone Morte <=> Selezione / far posto al Nuovo =variabile = selezionabile, *è in aperta antitesi con ogni ideologia anti-mortalista*, che vede l'Individuo /umano e non, come IRRIPETIBILE-PUNTO D'ARRIVO, non come ''numero'' da gettare nel pallottoliere!

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  2. Eccellenti osservazioni caro amico.
    In particolare ci preoccupa non poco il criterio di esclusione di tutti i pazienti con ic < 100, ossia chiunque non sia "perfuso e ancora caldo". Come sottolinei tu, in questo modo non si dedicherebbe l'attenzione giusta ai danni da ghiaccio ed i processi globali di trasformazione post mortem.
    Non voglio pensare che ci sia una logica di esclusione per formare una specie di Wayward Pines con pochi pregiati prescelti privilegiati.

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. (commento corretto e ripubblicato)
    Ti ringrazio Gloria! Sì è un rischio reale, specialmente se in modo criptico prevale questo elitarismo (poi comodo, perché eviterebbe a priori ipotetici problemi numerici/logistici, ''se tutti si ibernassero/volessero rinascere...'' ) e in questo senso, sarebbe la più odiosa delle discriminazioni!

    Confido comunque anche nel fatto che gli auspicabili processi nanotecnologici /biochimici sarebbero a un certo punto omnicomprensivi, per così dire ''general purpose'' - così come lo è oggi un computer : non è che si sia inventato un computer per calcolare, un altro per riconoscere immagini, un altro ancora per elaborare foto... ma una stessa macchina, con programmi ''facilmente'' elaborabili di volta in volta, può fare ''tutto''.
    Una nanomolecola ''medica'' creata per riparare i ribosomi di cellule danneggiate nel vivente, con piccole modifiche potrebbe esser progettata per riparare nuclei o agire anche ''nel ghiaccio''.
    Ma resta comunque un possibile blocco applicativo, o addirittura uno sbarramento a priori (= chi vuole escludere a priori pazienti sub-ottimanli). Poi ribadiamo, che ic=100 è solo teorico.
    -A questi ''integralisti'' rivolgerei però UNA semplice domanda : potete DIMOSTRARE la ''revivescenza'' di UN vostro solo paziente (o cavia) criopreservato secondo i Vostri esclusivi protocolli? - SE Sì,, E SOLO SE SI, allora, la pretesa di dimostrare con ciò che pazienti NON perfusi ecc ecc NON rivivono, avrebbe una qualche valenza scientifica-galieiana.
    MA NEPPURE questa sarebbe definitiva : proverebbe infatti SOLTANTO che, LE TECNICHE *ATTUALI* non permettono di rivivere pazienti fuori-protocollo, NON CHE NON SIA POSSIBILE IN ASSOLUTO RIVIVERLI!
    -Ma la situazione attuale, è che costoro non sono in grado oggi di rivivere nessun paziente, preservato come meglio credono che esso sia. MANCA QUINDI OGNI CONFRONTO E VALORE SCIENTIFICO=SPERIMENTALE, di simili affermazioni, che sono e restano NON MENO SPECULATIVE DELLE NOSTRE

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