domenica 10 luglio 2016

Criopreservare le vittime di terrorismo

I terribili fatti di Dacca ci spingono a molte riflessioni.
Una in particolare ci interessa.
Nove cittadini italiani, anzi dieci dal momento che una ragazza era incinta, sono stati barbaramente trucidati dopo essere stati torturati e mutilati.
Sono già stati celebrati i funerali e non sappiamo se le famiglie sappiano dell'opportunità data dalla criopreservazione, né se vogliano applicarla, ma noi ci permettiamo di suggerirla.
La suggeriamo a chiunque ma a maggior ragione ad una vittima di omicidio e di terrorismo.
Perché si tratta quasi sempre di persone giovani.
Perché si potrebbe un giorno riportandole in vita avere direttamente da loro le informazioni sulla dinamica dell'omicidio.
Perché secondo me, sapere che uccidere una persona non è sufficiente perché la persona un domani tornerà a rivivere, frustra il potenziale omicida, e può essere un formidabile deterrente.

1 commento:

  1. Una prospettiva innovativa e costruttiva di affrontare il gravissimo problema del Delitto. Mentre la Società sa solo comminare e computare pene, sconti, aggravanti e esimenti ecc ecc, *spendendo ingentissime somme* in questo lentissimo e macchinoso processo nonostante l'amara certezza, al di là di tutto, del non - ritorno della vittima, ecco finalmente che trovo un riscontro al Cambio di Paradigma che concepisco a riguardo da anni! E apprezzo il tuo spingerti a considerazioni psico-sociologiche che non avevo mai preso in esame, sul potenziale disinnescante di prospettiva del genere nei confronti dell'Animus Necandi! ( vero è che si potrebbe purtroppo uccidere in modi che portino lo ic rapidamente a zero, sia distruggendo il cervello, sia anche solo impedendo o rendendo sufficientemente tardivo il rinvenimento del corpo... ma pensiamo comunque ai tanti casi che non ricadrebbero in questa ipotesi particolarmente sfavorevole!)
    Certo non per avallare e neppure sottovalutare il Crimine (quello *vero* a cui -fino a oggi- non c'è rimedio), vorrei davvero vedere che si investisse di meno in tribunali, e di più (oggi è zero!) in Centri Crionici! E preferiremmo penso sentir parlare di ''Pazienti'' in ''Coma Crionico'', laddove sussisterebbe un barlume di speranza e di attesa, che non di vittime; coi familiari orbati e lasciati, come invalso oggi dire, in una condizione di 'fine pena mai'...

    RispondiElimina