martedì 14 marzo 2017

Un anno fa

Cara mamma
Esattamente un anno fa, nel pomeriggio, dopo che per la prima volta in una settimana i medici ti trovavano leggermente migliorata, smettevi di respirare. E il cuore smetteva di battere.
Ma non immediatamente. Perché quelli che non ci sono passati e che hanno magari solo visto qualche film, o hanno sentito qualche sprovveduto ingenuo che pontifica di "buona morte", credono che sia cosa rapida ed indolore.
Se sapessero, se solo immaginassero con quale straordinaria tenacia il nostro organismo si aggrappa ad ogni battito, ad ogni respiro, ad ogni singolo parametro vitale, direbbero molte meno fesserie, ma dobbiamo sopportare questo ed altro purtroppo.
E così dopo che per ben sei volte il tuo tracciato aveva sussulti, alla fine hanno "formalmente constatato la morte".
Siccome sia il nonno, che il babbo, che noi tutti abbiamo sempre considerato il morire come un problema da risolvere, una malattia da curare, e non la fine di tutto come certe morali vorrebbero, e come dovrebbe essere, abbiamo fatto in modo di metterti al sicuro, dove sei al riparo da danni.
Quando tra 20 o al massimo 30 anni (dicono che sono ottimista, io dico che sono loro i pessimisti) ti risveglierai, spero tu abbia il babbo Dino al tuo fianco.
Il babbo ancora "non è in sicurezza", ma contiamo di studiare una soluzione anche per lui.
Quando ti rimetteranno in funzione, il mondo sarà sicuramente migliore di adesso. Avremo robot di ogni dimensione che ci aiuteranno in ogni mansione. Sicuramente dovrai a loro, nella versione microscopica, i "nanobot", la riparazione dei danni nel corpo, numerosi e gravi, che ti hanno temporaneamente fatto cessare le funzioni vitali.
Quando ti risveglierai, ti diranno solo che hai fatto un sonno più profondo del solito, perché ti sei sentita poco bene.
Forse avrai qualche difficoltà a ricordare e qualche esperto cognitivista sarà li ad aiutarti. È per questo che abbiamo ore e ore di filmati di noi in casa o altrove, come ausilio alla memoria.
Ci auguriamo di no, ma può darsi vi sia il solito personaggio malevolo che, sperando di recarti danno, o trauma, ti farà vedere ritagli di giornale dove si parla di te ibernata, morta, lontano, a 200 sotto zero ecc. ecc. sperando che tu abbia chissà quale trauma.
Non conoscono però Cecilia. Non sanno che sei "tosta" e che nulla ti può sconvolgere. Sarò io stesso o magari babbo a dirti come sono andate le cose. E già immagino la tua reazione.
Una fragorosa risata.
Una risata di quelle che facevi quando ti raccontavo qualcosa di straordinario, di incredibile, di curioso o di grottesco.
Una risata come nel caso ti raccontassi che sono stato a parlare di te su Sky ed una dei tuoi personaggi televisivi preferiti mi ha intervistato parlando di te, mandando in onda foto tue che hanno visto ovunque, anche all'estero. Anzi te lo dico subito, " stacci provvista" come si dice nel tuo dialetto, che potresti incontrare persone che ti tratteranno come un personaggio famoso. Gente mai vista e conosciuta che ti dirà "ma lei è Cecilia... la prima... ".
Tra breve lo faranno in molti quello che hai fatto tu.
Lo faranno qui e a costo minore, e forse non sarà nemmeno necessario scendere a 200 sottozero ma questo è un altro discorso.
Lo sai come sono gli italiani no? Ci vuole tempo per metterli in moto. Ma ti ricordi le chiacchierate di scienza che ci facevamo?
Gli italiani possono sembrare meno svegli di altri, più presi da frivolezze, ma non è così.
Pensa solo all'elettricità. Volta, italiano, l'ha scoperta, assieme ad un altro italiano, Galvani. Pacinotti, italiano, ha trovato il modo di usarla, e Colombo (non Cristoforo, l'ing. Giovanni) il primo fuori America a produrla al mondo.
Vedrai che ci faremo onore anche nello sconfiggere il problemino della morte.
Ci vediamo presto mamma. E vedi di farmi appena puoi uno di quei ciambelloni di cui andavo pazzo. Ti voglio bene.

lunedì 16 gennaio 2017

La cosa peggiore che puoi fare a un crionista?

Uno dei paradigmi che la filosofia crionista, o magari più correttamente, la filosofia immortalista muta è quello della morte come evento peggiore.
Questo articolo mi viene ispirato da una chiacchierata avuta oggi con un crioentusiasta, un crionista appunto. Un non addetto ai lavori. O meglio, un non del tutto addetto ai lavori che mi induceva appunto a considerare quale potesse essere la cosa peggiore che possa capitare ad uno che intende mantenere al meglio il proprio corpo post mortem per garantirne un ripristino nel miglior modo possibile.

Ce lo dice la definizione stessa.
Non riuscirci! Diventa una vera psicosi. Pensaci. Hai ibernato tuo padre, tua madre, tuo fratello, uno dei tuoi figli.
L'ultima cosa che vuoi è che qualcosa vada storto.
Molti delle centinaia di persone che mi avvicinano per avere informazioni mi dicono: "ma ci sarà da fidarsi?", "il corpo è inerme, un oggetto, è nelle mani di perfetti sconosciuti. Sei sicuro che si trovi dove ti dicono?", ma una mi ha sconvolto più di tutte. "E se iniziassero a chiederti più soldi, o a essere più insistenti? E se ci fosse un intoppo nei pagamenti? E se perdi il lavoro e salti una rata? Non è che poi arriva la minaccia di far sparire il corpo?"
A dirla così sembra un ragionamento improbabile ed assurdo. Per certi versi lo è. Ragionando da persone coscienzose dici che nessuno lo farebbe
Ma potrebbe farlo. E questo basta.
Esiste un codice etico che salvaguarda il criopaziente? In caso di problemi con i pagamenti cosa fanno le società crioniche?
È plausibile il timore che "se non paghi tutto o se non paghi alla velocità prestabilita ti faccio cremare il corpo?"
Il criopaziente non si opporrebbe di certo. La famiglia? Si opporrebbe ma da terra assai remota. E cosa potrebbe ottenere in quel caso? Rogatorie? Cosa?
Dobbiamo avere fede assoluta nella coscienza dell'operatore.
Sicuramente. Ma, se dovesse cambiare la dirigenza del gruppo? Se dovesse arrivare un bel giorno un'amministratore delegato spietato che decide di fare spazio per togliersi dalle scatole quelli che ritardano nei pagamenti?
Ecco perché tutti noi dobbiamo fare in modo che la Crionica e la Scienza della Preservazione cresca a vista d'occhio. Solo in questo modo si fa massa critica e si impongono regole etiche internazionali certe. Perché il pericolo è in agguato. E chi ci va di mezzo è la intera credibilità della Crionica. Ovunque. L'idea terribile paventata da chi vuol screditare parlando di mero business diventa realtà.
Ecco perché il mio amico sfondando una porta aperta mi ha detto "io sarò fiducioso nella Crionica solo se ogni nucleo familiare avrà il proprio Criodeposito di famiglia di cui occuparsi direttamente.